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«Se esonda la diga tremila persone a rischio» .

Piano della Provincia per gestire collassi della struttura di Santa Luce Il responsabile Protezione civile: «L’acqua invaderebbe parte di Solvay e Vada».

SANTA LUCE Quasi pronto il nuovo piano di emergenza per le esondazioni della diga sul lago di Santa Luce. A promuovere un progetto per gestire le criticità sono state le Province di Pisa e Livorno, che nei prossimi giorni adotteranno il nuovo piano. Un percorso che esamina in dettaglio i comportamenti da tenere nel caso in cui il lago di Santa Luce dovesse esondare a causa del collasso della diga. Non che ci sia questo pericolo, si affretta a precisare Angelo Mollo, responsabile della Protezione civile per la provincia di Livorno, dato che la struttura è solida. A onor di cronaca va anche detto che il lago artificiale è spesso a secco di acqua, come ad esempio la scorsa estate quando l’invaso artificiale è rimasto mesi senza un filo di acqua. «Dopo le precipitazioni delle ultime settimane - dice Mollo - il lago sta riempiendosi di acqua». La situazione della diga non fa paura, ma i due enti provinciali hanno ugualmente deciso di aggiornare un piano emergenze «che era sempre lo stesso dal 2003 - dice Mollo - e oltretutto non conteneva i rischi che un’esondazione porterebbe alle zone in provincia di Livorno, ossia nel comune di Rosignano». Soddisfazione degli assessori alla protezione civile delle due Provincia, Maria Teresa Sposito per Livorno e Valter Picchi per Pisa, per il piano di emergenza congiunto. «L’esigenza di adeguamento del piano - dicono - è quello a di definire procedure di pronto intervento che abbraccino tutti i territori potenzialmente coinvolti in scenari di rischio legati alla diga. Bisogna andare a considerare anche le specificità di aree livornesi, recependo un invito arrivato dalla prefettura di Livorno su istanza del Comune di Rosignano». «Lo studio per questo piano emergenze - dice Mollo - è durato due anni ed è importante perché in caso di collasso o esondazione della diga, anche controllata, l’acqua arriverebbe in zone che sono già a rischio idrogeologico». Mollo si riferisce all’area attorno al fiume Fine. «Abbiamo calcolato -prosegue - che l’acqua del lago invaderebbe la parte sud di Rosignano Solvay (anche parte dell’azienda chimica) e Vada fino alla piazza. Dato che nelle zone attorno al lago negli anni aumenta la presenza di case e attività, abbiamo calcolato che l’emergenza riguarderebbe circa 3mila persone». Il piano interprovinciale prevede che in caso di collasso della diga siano immediatamente chiuse tutte le arterie stradali sottostanti. «Autostrada - dice ancora Mollo -, variante Aurelia, la 206 e anche la linea ferroviaria dovrebbero essere interrotte». Il piano di emergenza sarà adottato nei prossimi giorni e approvato nei prossimi mesi. Anna Cecchini

Fonte: iltirreno

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